“Ognuno protegge tutti“. È il principio alla base del progetto di prevenzione e contenimento del contagio denominato “Emergenza Covid-19: imprese aperte, lavoratori protetti” (formato pdf, versione 1 del 17/04/2020), elaborato dal Politecnico di Torino, in vista della “Fase 2” del contrasto all’epidemia di coronavirus.
L’obiettivo del progetto è quello di avere un “rientro al lavoro sicuro, controllato e concordato“, grazie all’adozione di metodi standard e protocolli di prevenzione e contenimento del rischio, monitoraggio, informazione e formazione che portano i singoli – con il loro comportamento – a proteggere dal contagio gli altri lavoratori e le altre lavoratrici.
Lo studio è applicabile alle aziende di qualsiasi dimensione e di qualsiasi settore produttivo, oltre che a esercizi commerciali e settore dei trasporti.
Vengono proposti metodi di semplice attuazione, con soluzioni tecnologiche non invasive e che non necessitano di significative ristrutturazioni di locali o importanti investimenti economici, tenendo anche conto della scarsa disponibilità di dispositivi di protezione del contagio, in particolare, mascherine e igienizzanti (si propongono infatti anche linee guida per la fabbricazione e la convalida di mascherine “di comunità” all’interno del nostro Paese con un “adeguato livello di qualità”).
Non è previsto l’utilizzo di dpi (dispositivi di protezione individuale) quali respiratori FFP, camici, visiere, a meno che non siano necessari per altre preesistenti condizioni di sicurezza. Il progetto prevede l’utilizzo di guanti monouso solo in specifiche situazioni in cui non sia garantita la disponibilità di gel igienizzante.
Sono altresì previste attività specifiche di informazione, formazione e addestramento, considerate il primo fondamento della prevenzione, e l’utilizzo di tecnologie innovative per il monitoraggio dello stato di salute, il monitoraggio e la prevenzione delle inosservanze delle regole di prevenzione e contenimento del contagio e il tracciamento tempestivo dei contatti in caso di contagio da Sars-Cov-2 (con la registrazione dei movimenti).
I metodi descritti sono applicabili a tutti i luoghi chiusi di aggregazione sociale controllata, in cui è possibile prevedere quantità e identità delle persone attese e tempi di ingresso, stazionamento e uscita. Preferibilmente, luoghi in cui le persone tornano con cadenza regolare e frequentano lo stesso gruppo sociale. Tra questi, in ordine di priorità applicativa:
- luoghi di lavoro non sanitari (aziende manifatturiere, di servizio, magazzini, ecc.);
- altri luoghi di aggregazione sociale con biglietto nominativo (ad esempio teatri, concert hall, ecc.) o assimilabili a tali (musei e cinema con prenotazione dell’ingresso);
- scuole di ogni ordine e grado.
Viene fornito un quadro di riferimento volto a “minimizzare le probabilità di contagio tra persone che non presentano sintomi”, così da consentire un rientro controllato, ma pronto sui luoghi di lavoro e di aggregazione sociale, non appena i dati epidemiologici lo consentiranno.
Tutte le tecnologie previste sono progettate nel rispetto integrale dei diritti della privacy e del benessere di lavoratori e lavoratrici.
Il lavoro, che tiene conto delle varie normative già in vigore (dpcm, circolari, protocolli, ecc.) è a disposizione dei decisori politici nazionali e regionali e dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il progetto è stato coordinato dal rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, in collaborazione con i rettori delle università piemontesi. Al gruppo di lavoro hanno partecipato esperti universitari, enti pubblici e privati, associazioni datoriali, sindacati, realtà culturali, imprese e start-up. Tra i partecipanti anche Annalisa Lantermo, referente scientifica di Sicurezza e Lavoro.
È possibile inviare qui proposte e suggerimenti relativi allo studio; è anche possibile candidare qui la propria azienda per sperimentare i protocolli proposti, diventando un “beta-tester”.
Per segnalazioni e invio notizie e comunicati a Sicurezza e Lavoro, scrivere a contatti@sicurezzaelavoro.org
Massimiliano Quirico
direttore@sicurezzaelavoro.org
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