Nonostante la pandemia di coronavirus sia ancora in corso, apprendiamo dai media che i Carabinieri avrebbero svolto, a partire dal 4 maggio 2020 – la data di inizio della cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza sanitaria – solamente 32 ispezioni in aziende della provincia di Torino per verificare le misure di sicurezza anti-contagio, previste dal Protocollo del 24 aprile 2020 (e dal precedente del 14 marzo 2020) sul contrasto al Covid-19 negli ambienti di lavoro.
È un dato incredibilmente basso, considerando il fatto che le imprese iscritte alla Camera di Commercio di Torino sono 270mila e che la Guardia di Finanza, nella “Fase 1”, aveva svolto circa 900 controlli, peraltro quasi tutti “a distanza”, al solo scopo di verificare l’appartenenza delle aziende controllate alle filiere cosiddette “essenziali”.
E gli Spresal e gli Ispettorati del lavoro? Quanti controlli sono stati complessivamente eseguiti? C’è stato un effettivo coordinamento da parte della Prefettura?
La sensazione è che, sebbene la sicurezza avrebbe dovuto essere verificata prima di ogni altra cosa, ci si sia concentrati su altro – anche comprensibilmente, come le case di riposo – e che ora i controlli avvengano comunque col contagocce.
E siamo ancora in attesa di avere riscontri diretti alle nostre segnalazioni, anche a quelle più recenti, sulle quali avevamo avuto rassicurazioni dal Prefetto di Torino…
Purtroppo, questo vuoto di informazioni è ben rappresentato dal fatto che la Cabina di regia della Prefettura, formata dai firmatari del Protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro, nonostante i solleciti, non sia più stata convocata da oltre un mese.
Federico Bellono
Resp. Dipartimento Salute e Sicurezza
Cgil Torino
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