Montefibre, travagliata vittoria per le vittime dell’amianto

Dopo tanti processi per decine di vittime che si sono conclusi con l’assoluzione, è arrivato un inatteso ribaltone nel processo Montefibre bis sui lavoratori morti per amianto dello stabilimento di Verbania.

La Corte d’Appello di Torino, presieduta da Pierangela Renda, ha infatti condannato il 2 maggio 2023 i tre imputati e ha stabilito risarcimenti dei danni alle parti civili per circa un milione e mezzo di euro.

Con l’accusa di omicidio colposo, riconosciute le attenuanti generiche, i giudici hanno inflitto un anno di carcere a Giorgio Mazzanti e 11 mesi sia a Bruno Quaglieri che a Gianluigi Poletti, tutti ex dirigenti dell’azienda. Le pene sono sospese con la condizionale.

Riguardo agli altri due imputati, Luigi Ceriani e Carlo Vannini, i reati si sono estinti, in quanto nel frattempo sono deceduti.

Le condanne fanno riferimento a 5 lavoratori morti per mesotelioma pleurico e tumore polmonare.

«Si tratta di un positivo riconoscimento – commento l’avvocato Giacomo Mattalia – frutto di anni di lavoro della Procura di Verbania e che ci auguriamo venga confermato dalla Corte di Cassazione».

La società Montefibre SpA, il cui stabilimento di Verbania Pallanza per la produzione di fibre sintetiche (tra cui il Nylon 6,6) è chiuso dal 1983, è però fallita e quindi sarà estremamente difficilmente che le vittime vengano risarcite…

Felicia Bello

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