Non si fermano le morti sul lavoro e si moltiplicano proteste, scioperi e manifestazioni per chiedere maggiore attenzione a salute e sicurezza.
Dopo la strage alla Centrale idroelettrica Enel di Bargi, sul lago di Suviana (Bologna), sindacati, associazioni, lavoratori e lavoratrici sono scesi in piazza Castello a Torino l’11 aprile 2024 davanti alla Prefettura per dire basta alle morti sul lavoro e al lavoro precario e sotto pagato, esponendo una serie di caschetti da cantiere sul selciato. Presente anche l’associazione Sicurezza e Lavoro.
Nel commemorare le recenti tragedie di Brandizzo, dell’Esselunga di Firenze e della Centrale di Suviana e nel testimoniare la vicinanza ai familiari di tutte le vittime sul lavoro, sono stati ricordati i morti sul lavoro in Italia nel 2023: 1.041 (75 in Piemonte). E quelli già avvenuti all’inizio del 2024: 119 morti nei primi due mesi di quest’anno.
Dopo essere stati ricevuti negli Uffici della Prefettura per presentare le proprie istanze, sul palco allestito in piazza sono intervenuti i segretari generali piemontesi di Cgil e Uil e alcuni Rls e Rls-T.
«Dobbiamo ridare dignità a lavoratori e lavoratrici – ha denunciato Gianni Cortese, segretario generale Uil Piemonte – e pensare a un nuovo modo di fare impresa».
«La spirale di morti e infortuni sul lavoro non si arresta – ha detto – e si alimenta quotidianamente, anche a causa di forme di lavoro deboli e precarie. La strada per avere più sicurezza è ancora lunga, ma non abbiamo intenzione di desistere e diciamo basta ai contratti di lavoro ‘pirata’, di comodo, e ai tagli alla sanità pubblica, che hanno avuto pesanti ripercussioni sui controlli da parte degli ispettori Spresal nei luoghi di lavoro».
«Servono informazione, prevenzione e formazione vera, senza improvvisare – ha affermato Gianni Cortese – ma anche più controlli, più ispettori e pene più incisive. La vicinanza delle Istituzioni alle vittime non basta: sono necessarie azioni concrete e decise per porre fine agli omicidi sul lavoro. E bisogna dire basta ai subappalti a cascata e far valere in tutti gli appalti le regole degli appalti pubblici».
Cortese ha quindi lanciato un appello all’unità sindacale per costruire un Paese migliore e più sicuro.
Per la segretaria generale della Cgil Torino, Gabriella Semeraro, «la strage della centrale idroelettrica di Bargi è l’emblema di ciò che sta succedendo nel Paese, con aziende partecipate che hanno deciso di esternalizzare il cuore delle proprie attività attraverso appalti».
«C’è un sistema di appalti e subappalti a cascata – ha precisato la segretaria Cgil – che indebolisce ancor di più lavoratori e lavoratrici, che perdono salario e tutele sulla sicurezza. Così si destruttura il lavoro e si risparmia sulla vita delle persone».
«Il valore del lavoro e delle persone – ha rimarcato – devono essere rimesse al centro. Per questo, abbiamo proposto delle piattaforme, ma non veniamo ascoltati. Abbiamo anche richieste precise sui controlli: ora soltanto il 5 per cento delle imprese viene controllato. Serve un piano assunzionale per incrementare i controlli. E rafforzare la normativa per rendere più sicuro il lavoro. In questo senso, chiediamo anche di generalizzare le elezioni dei Rls in tutti settori e una formazione continua per i lavoratori e le lavoratrici, ma anche per i datori di lavoro».
«Infine – ha concluso Gabriella Semeraro – bisogna rinnovare i contratti pubblici e privati scaduti e intervenire con una legge sulla rappresentatività, per evitare il diffondersi di ‘sindacati’ di comodo che non tutelano lavoratori e lavoratrici».
«La strage alla Centrale Enel di Bargi, l’ennesima, ha provocato, ancora una volta, grande indignazione – ha dichiarato Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – ma, se non si intensificano i controlli, soprattutto nei luoghi di lavoro in cui operano più ditte in appalto e subappalto, continueremo a piangere morti su morti».
La Cisl ha intanto annunciato un’Assemblea nazionale su salute e sicurezza sul lavoro, in programma questo sabato 13 aprile 2024 al PalaTiziano a Roma.
Loredana Polito
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