Approvato dalla Regione Emilia Romagna il nuovo Piano regionale amianto (delibera di giunta n. 1945 del 4 dicembre 2017).
Il corposo documento (formato .pdf) deliberato dalla Giunta regionale prevede l’istituzione di archivi di lavoratori e lavoratrici attualmente o precedentemente esposti all’amianto e un ulteriore rafforzamento dell’attività di vigilanza e controllo.
Sul piano sanitario, si sancisce la presa in carico “globale” dei pazienti con mesotelioma, per fornire una migliore assistenza sia in ospedale che sul territorio, garantendo anche supporto medico-legale e psicologico.
Vengono inoltre definite procedure regionali uniformi per la rimozione e il rapido smaltimento di piccole quantità di materiale contente amianto in matrice compatta da parte dei privati cittadini: attualmente, questa tipologia di raccolta è già presente in circa nell’80% dei Comuni ed è gratuita nel 50% di essi.
Continuano intanto gli interventi negli edifici pubblici e in quelli più frequentati: al 31 dicembre 2016 sono 1.198 i siti, pubblici o di pubblico accesso, dove l’amianto (anche non friabile) è stato totalmente rimosso (oltre il 70% dei casi) o messo in sicurezza.
L’obiettivo è di arrivare ad “amianto zero” sul territorio.
Negli ultimi 15 anni l’Assessorato all’Ambiente dell’Emilia Romagna ha stanziato 28,8 milioni di euro di contributi a pubblici e privati (aziende) per la bonifica. A questi si aggiungono 3,2 milioni di euro per la rimozione e lo smaltimento di 6.500 tonnellate di macerie contenenti amianto in seguito al terremoto del 2012.
Il documento – che fa seguito a quello approvato oltre 20 anni prima, nel 1996 – è il frutto di un lavoro congiunto tra i principali soggetti coinvolti nella gestione del rischio amianto – in primo luogo sindacati e Anci – e si inserisce nelle azioni previste dal Patto per il Lavoro, al fine di integrare occupazione, salute e salvaguardia dell’ambiente.
Eliana Puccio
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