Uno spettacolo teatrale per rivendicare la dignità e la qualità del lavoro e riflettere sulla percezione del tempo lavorato (e del tempo “guadagnato”): è “Un’ora alla volta”, un progetto artistico ideato da Maurizio Cilli e Marco Grimaldi, promosso da Proxima, con Istituto Gramsci, Ismel, Unione Culturale Franco Antonicelli e Sicurezza e Lavoro.
Presentato in conferenza stampa presso gli spazi del Centro San Liborio – FabLab Pavone, lo spettacolo andrà in scena domenica 10 marzo 2019, alle ore 20.00 al Teatro Espace, in via Mantova 38 a Torino. Ingresso libero a offerta.
È un’opera che racconta i tempi e l’organizzazione del lavoro, attraverso immagini, canti e storie di uomini e donne di varie epoche: dagli operai tessili e dalle mondine dell’Ottocento sino ai lavoratori e lavoratrici delle fabbriche fordiste, per poi arrivare ai giorni nostri. Messa in scena a 100 anni da uno storico avvenimento: il 20 febbraio 1919 la Fiom raggiunse l’accordo con la Federazione degli industriali metallurgici per la riduzione dell’orario a 8 ore giornaliere e 48 ore settimanali.
È un esperimento di narrazione civile, come ha spiegato Andrea Aimar, che ha curato il rigoroso lavoro di ricerca per l’evento, arricchito da improvvisazioni musicali – con Mauro Battisti al contrabbasso e Donato Stolfi alla batteria – e da un’originale scenografia, con riproduzioni di “bandiere di lotta” dell’epoca, ispirate a quelle recuperate al Circolo Banfo di Torino, a cura di Melina Benedetto.
“È una vicenda che può ridiventare centrale – ha affermato Grimaldi – in un momento in cui in Italia si lavora per troppe ore, ma troppo in pochi”.
“È un tema che riguarda tutti da vicino – ha sottolineato Cilli – Quante volte per email o whatsapp siamo chiamati a lavorare al di fuori dell’orario di lavoro?”.
Nei prossimi mesi sul tema è in programma anche il ciclo di incontri “Se otto ore vi sembran troppe…” (25 marzo, 1°, 8 e 18 aprile) presso il Polo del 900.
Eliana Puccio
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