Sempre più surreale la vicenda giudiziaria legata al rogo alle acciaierie ThyssenKrupp di Torino del 6 dicembre 2007 in cui morirono sette operai.
Mentre in Germania i manager tedeschi Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz non hanno ancora fatto un giorno di galera (e non si sa se mai lo faranno), in Italia c’è già chi esce dal carcere.
È notizia dell’Ansa, infatti, che l’ex manager della multinazionale tedesca Marco Pucci – condannato a 6 anni e 10 mesi di reclusione in via definitiva dalla Cassazione il 13 maggio 2016 a sei anni e tre mesi di reclusione – è già uscito dal carcere di Terni ed è stato affidato ai Servizi Sociali.
Già nel marzo 2018, Pucci aveva chiesto la grazia al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, provocando lo sdegno degli ex operai e dei familiari delle vittime.
Dovrebbe essere stato scarcerato già alcuni mesi fa, ma la notizia non era ancora stata divulgata, a dimostrazione del disinteresse e del silenzio in cui è da tempo avvolta la vicenda Thyssen, che nel 2007 aveva choccato l’Italia intera.
Stessa sorte – nello stesso imbarazzante silenzio – è toccata a Cosimo Cafueri, RSPP e responsabile Area EAS (Energia, Ambiente e Sicurezza) nell’acciaieria torinese. Condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione dalla sentenza del 29 maggio 2015 della Seconda Corte di Assise di Appello di Torino (confermata dalla Cassazione del 13 maggio 2016), sconterà il resto della pena come volontario della Croce Rossa, ma dovrà rimanere a casa dalle 22.00 alle 7.00 del mattino.
Sia per Pucci che per Cafueri l’affidamento in prova potrebbe però essere revocato se dovessero violare le prescrizioni del tribunale.
“Non ho parole. Mi sembra incredibile – ha detto a Sicurezza e Lavoro, commentando la notizia della scarcerazione di Pucci e Cafueri, Rosina Platì, mamma della vittima Thyssen Giuseppe Demasi – Quella della Thyssen doveva essere una sentenza epocale, un monito per tutti gli imprenditori, e invece si è trasformata in una farsa, nell’indifferenza generale”.
“Ora – conclude – auspichiamo un intervento deciso del Ministro Bonafede e del Governo italiano per evitare un’ulteriore beffa: l’archiviazione della condanna per i due manager tedeschi ancora a piede libero in Germania!”.
Massimiliano Quirico
direttore Sicurezza e Lavoro
(aggiornamento al 22 febbraio 2018)
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