Con la direttiva 1/2020, emanata il 26 febbraio 2020 dalla Ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, vengono fornite “prime indicazioni in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019 nelle Pubbliche Amministrazioni al di fuori delle aree di cui all’articolo 1 del decreto legge 6 del 2020” (“Misure urgenti per evitare la diffusione del COVID-19”). Indicazioni che potranno essere integrate o modificate in ragione dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria.
Il documento, oltre a ribadire la normale apertura degli uffici e il regolare svolgimento delle attività nelle zone non soggette a misure di contenimento e gestione dell’emergenza, invita le Amministrazioni a promuovere modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa, favorendo tra i destinatari delle misure:
- i lavoratori e le lavoratrici portatori di patologie che li rendono maggiormente esposti al contagio;
- i lavoratori e le lavoratrici che si avvalgono di servizi pubblici di trasporto per raggiungere la sede lavorativa;
- i lavoratori e le lavoratrici sui quali grava la cura dei figli a seguito dell’eventuale contrazione dei servizi dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia.
Le Amministrazioni sono inoltre invitate a potenziare il ricorso al lavoro agile, individuando modalità semplificate e temporanee di accesso alla misura con riferimento al personale complessivamente inteso, senza distinzione di categoria di inquadramento e di tipologia del rapporto di lavoro.
Per dipendenti pubblici e coloro che, a diverso titolo, operano presso l’Amministrazione, qualora provengano da una delle aree di cui all’articolo 1 comma 1 del citato decreto legge oppure che abbiano avuto contatto con persone provenienti dalle medesime aree, c’è l’obbligo informativo di comunicare tale circostanza all’Amministrazione, ai sensi dell’articolo 20 del decreto legislativo 81/2008, anche per la conseguente informativa all’Autorità sanitaria competente ai fini della salvaguardia della salute del luogo di lavoro.
Per riunioni, convegni e attività formative devono essere privilegiate modalità telematiche oppure deve esserci un adeguato distanziamento tra le persone come misura precauzionale, così come occorre organizzare apposite turnazioni per l’utilizzo di mense e spazi comuni.
Misure precauzionali sono previste anche per le missioni all’estero e le procedure concorsuali.
Va evitato il sovraffollamento – anche attraverso lo scaglionamento degli accessi – negli uffici aperti al pubblico e nei locali frequentati da personale esterno, nei quali, oltre a mantenere un’adeguata distanza con l’utenza, devono essere assicurate una frequente aerazione e un’accurata pulizia e disinfezione delle superfici e degli ambienti.
Nei locali, anche non aperti al pubblico, devono essere messi a disposizione strumenti di facile utilizzo per l’igiene e la pulizia della cute, quali ad esempio dispensatori di disinfettante o antisettico per le mani, salviette asciugamano monouso, nonché, qualora l’autorità sanitaria lo prescriva, guanti e mascherine per specifiche attività lavorative.
Negli uffici aperti al pubblico e nei siti web istituzionali devono essere pubblicate le informazioni di prevenzione rese note dalle autorità competenti.
La direttiva ricorda inoltre le principali raccomandazioni e indicazioni del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità sul nuovo coronavirus: lavarsi spesso le mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, non toccare occhi, naso e bocca con le mani, coprire bocca e naso se si starnutisce o si tossisce, non prendere farmaci antivirali o antibiotici se non prescritti dal medico, pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol, ecc.
Infine, si invita a sensibilizzare il personale che dovesse presentare sintomi, anche lievi, che possano essere indicativi di eventuale infezione, quali febbre, tosse, difficoltà respiratoria, stanchezza, dolori muscolari, a evitare di accedere direttamente alle strutture di Pronto Soccorso, rivolgendosi invece telefonicamente al proprio medico curante o al numero nazionale di emergenza 112 o al numero verde 1500 del Ministero della Salute.
Tutte le Amministrazioni devono comunicare tempestivamente al Dipartimento della Funzione Pubblica a mezzo PEC all’indirizzo protocollo_dfp@mailbox.governo.it le misure adottate in attuazione della direttiva.
Disponibile qui l’informativa Inail del 25 febbraio 2020 (formato doc) su salute e sicurezza nel lavoro agile ai sensi dell’articolo 22, comma 1, legge 81/2017.
Eliana Puccio
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