In questo momento così difficile per il nostro Paese, in cui la grave emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Covid-19 ha imposto a tutte e tutti i cittadini di modificare le proprie abitudini e stili di vita, il Governo e tutte le Istituzioni fanno appello a ogni singolo cittadino affinché si assuma responsabilità civile e solidarietà, al fine di evitare la diffusione dell’infezione e contenere il fenomeno.
Ed è per questo motivo che, ora più che mai, è necessario innalzare il livello di attenzione per prevenire il diffondersi del virus e salvaguardare la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori e lavoratrici, che in molti settori sono a tutt’oggi chiamati a svolgere la propria attività, così come previsto dal Dpcm 11 marzo 2020 (allegati 1 e 2).
Ricordiamo, quindi, a tutte e tutti i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (Rls) che per quanto riguarda le attività produttive e professionali che non risultino sospese – nel rispetto di quanto previsto dal Dpcm sopra citato, in modalità di confronto e consultazione da parte del datore di lavoro, in collaborazione con il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (Rspp) e il medico competente (ove già previsto) – è necessario assumere protocolli di sicurezza anti-contagio, che prevedano, almeno, la distanza minima tra soggetti (anche nei locali della mensa aziendale), ma anche, sulla base delle valutazioni di maggior tutela, l’adozione di interventi di natura organizzativa, la distribuzione di specifici dispositivi di protezione individuale (dpi), adeguate e specifiche misure igienico-sanitarie e, sempre, una costante e ripetuta sanificazione degli ambienti di lavoro.
Laddove pertanto non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro, come principale misura di contenimento, sarà necessario che i datori di lavoro si adoperino per individuare soluzioni di prevenzione adeguate, e se necessario, diversificate e, comunque, specifiche, tra le quali il fornire strumenti di protezione individuale (articolo 1, punto 7, lettera d, del Dpcm 11 marzo 2020) o soluzioni alternative (nel caso non siano ad ora reperibili) che garantiscano la massima tutela della salute e sicurezza sul lavoro (nel rispetto dell’articolo 2087 del codice civile: “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”).
È inoltre necessario che i datori di lavoro, in collaborazione con Rspp e medico competente (ove già previsto), consultando il Rls, verifichino la rispondenza del Documenti di Valutazione dei Rischi – DVR (e dei DUVRI, nei riguardi delle aziende in appalto) agli interventi messi in atto e ai protocolli di prevenzione adottati.
È altresì a carico del datore di lavoro l’obbligo di informare tutti i lavoratori e le lavoratrici sull’adozione delle suddette misure di intervento (articolo 36 del D.Lgs 81/08 e s.m.), prevedendone il totale rispetto da parte di tutti e tutte.
Per tutte le attività non sospese, comunque, è prioritario che venga disposto, per quanto possibile e coerente con le diverse mansioni, lo svolgimento delle prestazioni lavorative attraverso la modalità di lavoro agile (“smart working”, da favorire, tra gli altri, per l’attività dei Rlst, quando sia non indispensabile la visita negli ambienti di lavoro), secondo le procedure semplificate previste.
Si precisa che non è disposta alcuna sospensione della sorveglianza sanitaria di lavoratori e lavoratrici (D.Lgs. 81/08 e s.m., articoli 25 e 41): il controllo sanitario è difatti una delle misure di tutela previste dall’articolo 15 del D.Lgs.81/08.
Ricordiamo, inoltre, che sul sito web del Ministero della Salute si possono trovare i numeri verdi regionali e altri numeri dedicati all’emergenza da chiamare in caso di richiesta di informazioni sulle misure urgenti per il contenimento e la gestione del contagio del nuovo coronavirus in Italia.
In questa fase di emergenza, dobbiamo attenerci alle indicazioni del Governo, nel pieno rispetto della salute di tutti i lavoratori e le lavoratrici di tutte e tutti i cittadini italiani, al fine di contenere la diffusione del virus.
Rossana Dettori – Segr. Confederale Cgil
Angelo Colombini – Segr. Confederale Cisl
Silvana Roseto – Segr. Confederale Uil
Segui Sicurezza e Lavoro su Facebook, Twitter e Instagram.