La “Fase 2” dell’emergenza coronavirus sta per iniziare. Lavoratori, lavoratrici e aziende sono pronti ad affrontare il nuovo scenario?
Anche se di fatto molte attività sono sempre rimaste operative nella “Fase 1”, occorre ora prestare attenzione alle problematicità che stanno emergendo con la riapertura totale (o quasi) delle imprese, anche alla luce delle esperienze maturate in queste settimane e dei Protocolli siglati da Governo, sindacati e associazioni datoriali, in particolare quelli sugli ambienti di lavoro del 14 marzo 2020 e del 24 aprile 2020 (inserito nel Dpcm 26 aprile 2020).
Per prepararsi nel miglior modo possibile, il Dipartimento Salute e Sicurezza e il Gruppo Tecnico Rls della Camera del Lavoro di Torino hanno da poco avviato un percorso formativo rivolto a delegati sindacali, Rls e Rls-T.
Siamo partiti subito dopo la firma dell’ultimo Protocollo – spiega a Sicurezza e Lavoro Federico Bellono, segretario Cgil Torino – perché il tema va discusso prima della ripartenza, in maniera preventiva. Lo scopo dell’iniziativa, infatti è quello di attrezzare al meglio rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, delegati e funzionari sindacali delle varie categorie in vista della Fase 2 dell’emergenza Covid, con la consapevolezza che il prossimo 4 maggio non tutte le attività riprenderanno e che comunque anche prima non tutto era fermo.
La prima questione – afferma Bellono – è riuscire a garantire l’applicazione del Protocollo del 24 aprile 2020: non è affatto scontato!
Saranno molto importanti gli accordi aziendali che verranno siglati, che riguarderanno non solo il mantenimento delle distanze e il corretto utilizzo dei Dpi, ma anche il cambiamento dell’organizzazione del lavoro e la ri-progettazione di tempi e modalità di lavoro.
Le priorità – dichiara il segretario – devono essere la salute e la sicurezza di lavoratori e lavoratrici.
L’iniziativa formativa si svolge ovviamente a distanza, in videoconferenza, avvalendosi di competenze importanti, sia interne (come quella di Igor Piotto per la contrattazione) che esterne al sindacato, come quella di Annalisa Lantermo, referente scientifica di Sicurezza e Lavoro, e delle avvocatesse Elena Poli e Silvia Ingegneri.
Si lavora con un approccio pratico, ad esempio per capire come scrivere gli accordi aziendali, ragionando su questioni concrete e problemi già riscontrati nelle ultime settimane, anche grazie al lavoro portato avanti dai sindacati “sul campo”.
Ogni sessione formativa – ci spiega Rocco Pellegrino, coordinatore del Gruppo Tecnico Rls – coinvolge tra 15 e 20 persone per tre ore, per offrire strumenti semplici e rapidi e coinvolgere il numero più ampio possibile di persone.
L’attività avviata sinora è stata molto proficua – conferma Pellegrino – ed è servita a fare chiarezza anche tra coloro che normalmente nel sindacato non si occupano di salute e sicurezza sul lavoro, soprattutto per capire come stilare accordi aziendali che recepiscano correttamente le normative contenute nei Protocolli del 14 marzo e del 24 aprile 2020, ma anche quelle del Testo Unico 81/2008, sempre in vigore.
I formatori hanno colto lo spirito dell’iniziativa – conclude – e insieme a loro e a delegati e Rls abbiamo individuato diverse criticità, come: chi deve misurare e valutare la temperatura corporea all’ingresso delle aziende (è un atto medico, che deve essere svolto da personale sanitario); chi si occupa dei dati sensibili su temperature e spostamenti; che ruolo ha il medico competente, che deve vigilare sull’attuazione del protocollo, ma che talvolta non è neanche presente sul territorio in cui opera l’azienda o segue moltissime imprese.
Loredana Polito
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