Il 28 aprile rappresenta nel mondo la Giornata in cui si ricorda che la salute e la sicurezza di lavoratori e lavoratrici sono centrali nella vita delle collettività. Un’attenzione che per l’Inail è azione quotidiana e impegno continuo, destinato a rafforzarsi per raccogliere le sfide poste dall’emergenza coronavirus al mondo del lavoro e all’economia.
Non a caso, proprio in questa giornata si è insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Istituto – formato da Teresa Armato, Cesare Damiano e Francesca Maione – che affiancheranno me e il vicepresidente Paolo Lazzara nella guida dell’Istituto.
La scelta di convocare la prima seduta nella Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro vuole essere un modo per ribadire l’impegno dell’Inail per una tutela sempre più globale delle lavoratrici e dei lavoratori, attraverso le diverse attività della propria missione istituzionale: assicurazione, prevenzione e promozione della sicurezza, ricerca, riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo. Una tutela che deve sempre continuare a svolgersi con la più ampia partecipazione della classe imprenditoriale, soprattutto in un momento così delicato della vita del Paese, pesantemente toccato dalla pandemia da Covid-19.
La ricorrenza è anche l’occasione per ripercorrere quanto messo in atto dall’Istituto sin dalle prime ore della pandemia. Già a partire dalla prima fase dell’emergenza, infatti, l’Inail ha posto in essere tutte le azioni necessarie per assicurare piena tutela a lavoratrici e lavoratori contagiati e ai loro familiari, dando immediata attuazione a quanto previsto dall’articolo 42 del decreto Cura Italia.
Sono state così garantite tutte le prestazioni previste in caso di infortunio, già a partire dal periodo di quarantena, e abbiamo assicurato, in questa situazione senza precedenti, una risposta immediata a lavoratori e lavoratrici, a partire da quelli più esposti al rischio di contagio, come medici e infermieri.
Il sostegno a chi è impegnato in prima linea sul fronte dell’emergenza è alla base anche dell’iniziativa congiunta con l’Ordine degli Psicologi per promuovere servizi territoriali di supporto psicologico agli operatori sanitari impegnati nell’emergenza, che in questi mesi devono fare i conti con un notevole sovraccarico fisico ed emotivo.
L’emergenza ha riportato in primo piano anche la necessità di tutelare i milioni di lavoratori e lavoratrici che non possono ottenere rendite e indennizzi perché non assicurati con l’Istituto.
In attesa di affrontare la questione a livello complessivo, abbiamo costituito un gruppo di lavoro con le federazioni dei medici per studiare la possibilità di estendere la tutela dell’Istituto ai medici liberi professionisti e convenzionati, che attualmente non beneficiano della nostra copertura.
Sul versante della prevenzione, l’Inail ha collaborato con il Dipartimento della Protezione Civile e con il Commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, per garantire adeguati livelli di sicurezza a lavoratori e lavoratrici, validando in via straordinaria, dispositivi di protezione individuale (Dpi) da importare, produrre e mettere in commercio e trasferendo 50 milioni di euro a Invitalia per potenziare i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso l’acquisto di dispositivi e altri strumenti di protezione individuale.
Inoltre, sono stati realizzati numerosi prodotti informativi, in sinergia con il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità – Iss, come video e tutorial, messi a disposizione dei media e degli utenti del portale Inail e veicolati con successo sui canali social dell’Istituto.
Ora l’attenzione è puntata sulla “Fase 2” e sulla necessità di predisporre adeguate strategie di prevenzione. A questa esigenza risponde il documento tecnico, approvato dal Comitato Tecnico Scientifico (Cts), in cui l’Inail ha suddiviso le attività produttive in classi di rischio, fornendo indicazioni sulle misure da adottare per il contenimento del contagio da Covid-19.
La stessa funzione ha il rapporto stilato con l’Istituto Superiore di Sanità per fornire elementi tecnici di valutazione per ridurre il rischio di diffusione del contagio sui mezzi di trasporto pubblico in relazione al pendolarismo e alla ripresa graduale delle attività lavorative.
La sfida più grande per la sicurezza sul lavoro nel nostro Paese è infatti la prevenzione. Oggi più che mai deve passare il concetto che non si tratta di un costo, ma di un investimento anche per la produttività delle imprese, in cui il sistema pubblico deve fare la sua parte.
Questa sfida Inail la sta percorrendo già da tempo con le sue attività di informazione, consulenza e assistenza alle imprese. In questi anni, sono stati fatti grandi passi avanti nell’azione di contrasto agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali senza mai ridurre l’attenzione e senza perdere di vista l’importanza della formazione.
Negli ultimi dieci anni, abbiamo sostenuto le aziende, in particolare quelle micro, piccole e medie, con finanziamenti per 2 miliardi e mezzo di euro per oltre 32mila interventi per il miglioramento della sicurezza negli ambienti di lavoro.
È da tutto questo che deve passare la cultura della prevenzione all’interno delle imprese.
Nonostante la diminuzione dell’ultimo decennio, continua a essere sempre troppo elevato il numero degli infortuni e altissimo è soprattutto il costo in termini di sofferenza umana che c’è dietro ogni vittima di un incidente sul lavoro. Oggi più che mai dobbiamo proseguire e potenziare la nostra azione e, in particolare, in questa fase così delicata per la vita del nostro Paese, sappiamo che siamo di fronte a nuove sfide sulla salute e sicurezza sul lavoro.
L’Istituto è pronto a raccogliere queste sfide e a investire ancora di più in termini di innovazione, anche con l’utilizzo della tecnologia, per la tutela di lavoratori e lavoratrici e il supporto a svolgere attività produttive nel rispetto degli standard di sicurezza.
Franco Bettoni
presidente nazionale Inail
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