Oltre 37mila infortuni sul lavoro da Covid. Donne il 70% delle vittime, i più colpiti i tecnici della salute

Pubblicati l’8 maggio 2020 i dati Inail sulle denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19: sono sinora 37.352 (il 30% del totale degli infortuni dallo scorso febbraio), in aumento di 8.971 unità rispetto alla rilevazione dello scorso 21 aprile.

Il 71,5% delle vittime sono donne, il 28,5% uomini. L’età media è di 47 anni: il 43,1% ha tra 50 e 64 anni; il 37,4% tra 35 e 49 anni (37,4%); il 17% tra 18 e 34 anni; il 2% ha più di 64 anni (2,0%).

La stragrande maggioranza delle vittime è italiana (85,5%): lavoratori e lavoratrici migranti sono il 14,5%.

La maggior parte delle denunce arriva dal Nord-Ovest dell’Italia (53,9%; Lombardia 34,2%), il 25,2% dal Nord-Est (Emilia Romagna 10%), il 12,5% dal Centro (Toscana 5,8%), il 6% dal Sud (Puglia 2,6%) e il 2,4% dalle Isole (Sicilia 1,3%);

Il 99% delle denunce arriva dai settori di Industria e Servizi. Sono meno di 400 i casi registrati in Agricoltura, Navigazione e Stato.

Il 73,2% dei casi riguarda la Sanità e l’Assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, ecc.).

I più colpiti sono i tecnici della salute (43,7%; 3 vittime su 4 sono donne), seguono operatori socio-sanitari (20,8%; 81,1% donne), medici (12,3%), operatori socio-assistenziali (7,1%,) e personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6%).

Sono finora 129 i morti da Covid (31 in più rispetto allo scorso 21 aprile): 82,2% sono uomini, il 17,8% donne; 89,1% italiani; 10,9% migranti. L’età media dei deceduti è di 59 anni (58 per le donne, 59 per gli uomini): il 67,4% ha tra 50 e 64 anni, il 20,9% è over 64 anni, il 10,1% ha tra 35 e 49 anni, l’1,6% è sotto i 34 anni.

L’analisi territoriale evidenzia una distribuzione dei decessi del 57,9% nel Nord Ovest (Lombardia 42,9%), del 14,3% nel Nord-Est (Emilia Romagna 8,7%), dell’11,1% nel Centro (Lazio 4,0%), del 15,9% al Sud (Campania 7,9%) e dello 0,8% nelle Isole (Sicilia 0,8%). Il 94% dei decessi riguarda l’Industria e i Servizi; il 3,9% la gestione Conto Stato, il 2,3% Agricoltura e Navigazione.

Il 38,9% dei decessi è avvenuto nella Sanità e nell’Assistenza sociale; l’11,1% nell’Amministrazione pubblica; il 9,7% nelle attività del manifatturiero rimaste attive durante il lockdown (come industria alimentare, farmaceutica, chimica e stampa).

La metà delle morti ha coinvolto personale sanitario e socio-assistenziale. Nel dettaglio, la categoria dei tecnici della salute è quella più colpita, con il 18,6% dei casi , seguita dagli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali (13,6%) e da medici e operatori socio-sanitari (11,9% per entrambe le categorie). I restanti decessi hanno coinvolto gli operatori socio-assistenziali (6,8%), gli specialisti nelle scienze della vita (6,8%), il personale di sicurezza, custodia e vigilanza (3,4%) e il personale non qualificato dei servizi sanitari e di istruzione (3,4%).

Loredana Polito

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