Lavoro in agricoltura, il voucher non è la cura

In risposta alle richieste di riduzione della burocrazia e di radicale semplificazione del voucher agricolo, per offrire tempestiva disponibilità all’impiego e opportunità di integrazione al reddito per giovani studenti, pensionati e disoccupati, Cgil e Flai Cgil Cuneo lanciano un allarme: semplificare ulteriormente i rapporti tra lavoratori e imprese è la peggiore risposta possibile per un settore che sta attraversando una stagione di incertezza e di cui l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 ha portato alla luce un problema strutturale, ovvero l’organizzazione della manodopera stagionale.

Un’ulteriore deregolamentazione non è una cura, anzi non fa che aumentare il problema: gli strumenti ci sono già, ma vanno applicati.

I voucher sono già utilizzabili, ma non danno tutele, permettono abusi e contribuisco a estendere la “zona grigia” ( e il rischio di fenomeni di caporalato). I contratti, nazionale e provinciale di categoria, garantiscono le flessibilità richieste dai datori di lavoro e pongono contemporaneamente un argine alla precarietà insita nella natura stessa del lavoro stagionale. Le modalità di assunzione si rivolgono già allo studente, alla casalinga, al disoccupato, al lavoratore part-time e addirittura al pensionato e garantiscono quelle normali tutele, riconosciute alla maggior parte dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti, conquistate in agricoltura in anni di lotte sindacali: dal riconoscimento della malattia, dell’infortunio, della disoccupazione agricola e degli assegni per il nucleo familiare al versamento dei contributi validi per la pensione, il tutto in base ai giorni lavorati.

Fino a quando il lavoro agricolo non verrà retribuito equamente, non si troveranno italiane e italiani disposti a lavorare 10 ore al giorno sotto il sole o esposti alle intemperie.

In merito all’emergenza sanitaria, Coldiretti afferma che “la soluzione più agile che si rende necessaria è sicuramente l’attivazione di protocolli di quarantena attiva, che prevedono di concedere, nei primi quattordici giorni dall’arrivo dei lavoratori stranieri, lo svolgimento dell’attività agricola”. Non basta. È necessario che le autorità competenti (Prefettura, Protezione Civile, Comuni e Commissario Straordinario) agiscano di concerto per gestire la situazione alloggiativa e garantire un presidio medico permanente nella zona di concentramento dei lavoratori stagionali.

Dalla crisi si esce attraverso il lavoro, la collaborazione e il rispetto della legalità.

Flai Cuneo e Cgil Cuneo

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