L’emergenza Covid-19 rallenta, e talvolta blocca completamente, le attività di molte imprese in Italia. E l’agricoltura non fa eccezione. Per tutelare i lavoratori più fragili – gli stagionali, per lo più migranti – a Cuneo i sindacati di categoria Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil si sono riuniti al tavolo dell’Ente Bilaterale Ebat Favla e hanno proposto e ottenuto un’indennità giornaliera di mancato reddito del valore di 15 euro per ogni giorno di isolamento fiduciario richiesto dalle autorità competenti per i lavoratori e le lavoratrici stagionali costretti a sospendere l’attività lavorativa, perché hanno contratto il coronavirus, oppure perché alloggiano in una struttura in cui si è verificato un contagio.
È un risultato importante – spiegano i promotori – raggiunto anche grazie al supporto delle associazioni datoriali, che consente anche a chi non ha diritto al normale sussidio – perché non ha raggiunto il numero minimo di giornate lavorative annue necessarie – un sostegno economico, seppur modesto, durante il periodo di isolamento e quarantena.
Intanto, i lavoratori ospiti in strutture di accoglienza diffusa nel cuneese continuano a essere sottoposti a controlli periodici delle autorità sanitarie, nel rispetto di quei protocolli anti-contagio che hanno sinora permesso l’apertura delle strutture e garantito così anche quest’anno la manodopera necessaria alla raccolta della frutta, in un alveo di legalità e tutela della salute.
L’obiettivo è infatti quello di garantire la salute non soltanto all’interno degli alloggi, ma nelle aziende in cui i braccianti sono assunti e nelle comunità in cui vivono.
“L’indennità Covid per i braccianti agricoli – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – è un ulteriore piccolo passo nel sostegno ai migranti della frutta, per allargare le loro tutele ed evitare che si diffondano fenomeni di sfruttamento lavorativo e di caporalato. Fa seguito alla richiesta di alloggi dignitosi per i braccianti, portata avanti nei mesi scorsi da sindacati e da Sicurezza e Lavoro. Soltanto con l’impegno congiunto di istituzioni, sindacati, imprenditori virtuosi e associazioni del territorio nel sostenere e favorire situazioni di legalità, è possibile ridurre sempre più le aree di lavoro ‘nero’ o ‘grigio’ e il caporalato: è stato intrapreso un percorso virtuoso che ci auguriamo non venga interrotto con il perdurare dell’emergenza sanitaria”.
Resta intanto però ancora da sciogliere il nodo della struttura che dovrebbe accogliere nel cuneese i lavoratori positivi al Covid durante il periodo di isolamento obbligatorio.
Loredana Polito
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