Giovedì 3 marzo 2022, avanti alla Corte d’Appello di Torino – Sezione III penale, presieduta da Flavia Nasi, si è svolta la prima udienza del processo di secondo grado cosiddetto “Eternit bis”.
Si tratta del processo per omicidio colposo in cui l’imputato è il magnate svizzero Stephan Schmideheiny, accusato di aver causato la morte per mesotelioma pleurico e asbestosi di una cittadina di Cavagnolo (Torino) e di un lavoratore dello stabilimento Eternit che aveva sede in quel Comune.
Il Tribunale in primo grado aveva già condannato l’imputato a quattro anni di reclusione, oltre al risarcimento in favore delle famiglie da liquidarsi in separato giudizio civile. Erano state stabilite anche delle somme a titolo di provvisionale in favore degli enti costituiti parte civile, tra cui l’associazione Afeva e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.
L’accusa che il Tribunale ha ritenuto provata e che la Corte d’Appello è chiamata ora a valutare è quella di aver esposto i lavoratori dello stabilimento Saca Eternit di Cavagnolo a una massiccia ed indebita quantità di fibre di amianto per mancanza di adeguate misure di sicurezza e impianti di aspirazione.
L’amianto sarebbe poi fuoriuscito dallo stabilimento raggiungendo anche i cittadini del Comune di Cavagnolo, causando la morte per mesotelioma pleurico di molti cittadini e cittadine.
Nell’udienza del 3 marzo, il Procuratore Generale ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, così come hanno fatto le parti civili.
Il processo è stato rinviato a mercoledì 18 maggio 2022 per la discussione della difesa dell’imputato.
La Corte torinese ha già preannunciato che avrà poi bisogno di alcuni mesi per poter ponderare la molte questioni che caratterizzano la vicenda.
Continuerà a seguire la vicenda Sicurezza e Lavoro, che è parte civile nel processo Eternit bis di Novara, e che – attraverso il proprio Sportello Legale Lavoro – fornisce assistenza a vittime sul lavoro e ai loro familiari.
Avv. Giacomo Mattalia
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