In piazza per fermare le stragi sul lavoro

Il 20 ottobre 2022, a poco più di dieci mesi dal crollo della gru che causò la morte di tre operai (il ventenne torinese Filippo Falotico e i colleghi lombardi Roberto Peretto, di 52 anni, e Marco Pozzetti, di 54), e a pochi giorni dal ponteggio crollato a Rivoli (Torino) davanti a una scolaresca, su un palazzo dove era stata montata un’impalcatura alta sei piani, con un bilancio di tre feriti gravi, Cgil, Cisl e Uil si sono dati appuntamento in via Genova 116 a Torino, proprio dove quel sabato del 18 dicembre 2021 morirono i tre lavoratori.

La manifestazione, fortemente voluta dalle tre sigle sindacali e accompagnata da uno sciopero generale, ha voluto richiamare l’attenzione sui problematiche legate a salute e sicurezza sul lavoro.

Molti tra i presenti si sono presentati con il caschetto in testa, a significare l’importanza dell’uso dei dispositivi di prevenzione individuale.

Dal palco, la segretaria Cgil Enrica Valfrè ha ricordato l’importanza di dare un messaggio forte e chiaro sul fatto che bisogna cambiare strategia nell’affrontare il tema e di promuovere controlli e formazione, già a partire dalla scuola.

Il segretario Cisl Domenico Lo Bianco ha quindi ricordato i numeri sempre troppo alti di morti e infortuni sul lavoro. In questi primi otto mesi del 2022, secondo i dati Inail, siamo già a quota 677 morti, di cui 60 in Piemonte e 25 a Torino e provincia. Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, se ne contano quasi 500mila, oltre 37mila dei quali soltanto in Piemonte. Pertanto, la battaglia per un lavoro salubre e sicuro deve vedere in prima fila anche i giovani, specialmente quelli impegnati nei tirocini previsti dalle attività di pcto (ex alternanza scuola-lavoro).

Per la Uil, il segretario Gianni Cortese ha posto l’attenzione sull’introduzione di una patente a punti per le imprese, per premiare quelle che rispettano le norme e penalizzare quelle in cui la sicurezza sul lavoro non è tenuta in giusta considerazione.

Ha ricordato poi come la precarizzazione del lavoro, unita alla mancanza o scarsa formazione, sia direttamente collegata all’aumento di morti e infortuni, e che la formazione, come per altro previsto dalle norme vigenti, deve coinvolgere anche i datori di lavoro.

Infine, c’è stato un richiamo alla valutazione dei rischi legati all’anzianità di lavoratori e lavoratrici, con una proposta per vietare alcune tipologie di lavoro a una certa età.

Pino Borello

Segui Sicurezza e Lavoro su Facebook, Twitter, Instagram e YouTube.

Sostieni l’informazione libera e indipendente di Sicurezza e Lavoro con una donazione.

Per una consulenza legale gratuita su salute, sicurezza e diritti sul lavoro, scrivere a sportello@sicurezzaelavoro.org