In Piemonte Il 60% dei giovani neodiplomati e qualificati trova occupazione stabile dopo aver frequentato un tirocinio extracurriculare attivato dalla Regione Regione.
A rivelarlo un rapporto pubblicato proprio dall’ente.
Si tratta di una scommessa vinta, quella dell’assessora regionale a Lavoro e Formazione professionale, Elena Chiorino, che ha deciso di potenziare le politiche attive per il lavoro, finalizzate alla formazione mirata e alla dignità lavorativa per tutti e tutte.
I numeri parlano chiaro: tra il 2018 e il 2022, sono stati attivati quasi 30 mila tirocini extracurriculari all’anno, per un totale di 149.257 tirocini attivati, periodo pandemico incluso.
Come detto, 6 giovani su 10, tra i 6 e i 12 mesi dalla conclusione del percorso, trovano occupazione a tempo indeterminato oppure stipulano un contratto di apprendistato, mentre per la generalità dei disoccupati o inoccupati post tirocinio il dato sfiora il 50%.
I tirocini rappresentano una fucina formativa per lavoratori, lavoratrici e imprese: ciò che permette di superare lo stallo socio-economico e la crisi occupazionale sono proprio le politiche attive del lavoro, che archiviano le misure di assistenzialismo puro, generando nuovo valore e garantendo reale opportunità e dignità lavorativa per i cittadini e le cittadine.
Formazione e inserimento mirato, attraverso azioni chirurgiche per offrire occupazione stabile e di qualità: su questo la Regione Piemonte ha puntato per dare risposte serie e concrete non solo a chi è in cerca di un’occasione, ma anche alle aziende del territorio che necessitano di personale altamente qualificato.
I dati che confermano validità ed efficacia dei tirocini sono contenuti nel rapporto curato dalla Regione Piemonte e dall’Agenzia Piemonte Lavoro (Apl) diretta da Federica Deyme, appena pubblicato, che esamina l’andamento dei tirocini extracurriculari di inserimento e reinserimento lavorativo e di quelli di inclusione sociale nel periodo 2018-2022. I tirocini extracurriculari consistono in un percorso formativo finalizzato ad acquisire e accrescere competenze professionali non in aula, ma direttamente in un luogo di lavoro.
L’obiettivo è quello di far acquisire un’esperienza pratica alla persona frequentante che ne arricchisca il proprio curriculum, da spendere poi nel mercato del lavoro. Non sono però da confondere con i tirocini curricolari, riservati ai giovani che frequentano un percorso di istruzione o formazione professionale, promossi in questo caso da scuola, università o enti di formazione con l’obiettivo di conseguire crediti formativi.
Chi trae maggior vantaggio dai tirocini in termini occupazionali sono i giovani neodiplomati e quelli qualificati. Il rapporto evidenzia che il tirocinio è un vettore di inclusione sociale, che consente anche alle persone più fragili un ingresso graduale nel mondo del lavoro.
In più, dove il tirocinio viene svolto fino alla naturale scadenza (6 mesi), si registrano i risultati più soddisfacenti sull’inserimento lavorativo. Durante gli anni della crisi pandemica globale, l’attivazione dei tirocini ha subito una flessione. In Piemonte la possibilità di avviare nuovi tirocini è stata sospesa tra marzo e maggio 2020, ma il 2021 è stato un anno di grande ripresa, con oltre 8 mila percorsi attivati in più rispetto all’anno pandemico.
In media, circa l’80% dei tirocini attivati ogni anno coinvolge giovani disoccupati con meno di 29 anni. Le tipologie esaminate dal rapporto comprendono: tirocini formativi e di orientamento, finalizzati ad agevolare le scelte professionali dei giovani che hanno conseguito un titolo di studio da non più di 12 mesi, mediante un’esperienza formativa a diretto contatto con il mondo del lavoro, tirocini di inserimento e reinserimento al lavoro, rivolti a persone in stato di disoccupazione, anche percettori di ammortizzatori sociali, persone occupate in cerca di altra occupazione e persone disabili e svantaggiate. Entrambe queste tipologie di tirocinio possono avere una durata compresa tra due e sei mesi.
Infine, ci sono i tirocini di inclusione sociale, che comprendono percorsi di orientamento, formazione e inserimento o reinserimento lavorativo finalizzati a sostenere l’inclusione sociale, l’autonomia e la riabilitazione di persone prese in carico dal servizio sociale professionale e dai servizi sanitari competenti. È una tipologia di tirocinio si realizza sulla base di un progetto, che definisce gli obiettivi da conseguire e le modalità di attuazione.
I risultati sono estremamente positivi, considerati i dati resi pubblici dall’Istat il mese scorso, che consegnano numeri sull’occupazione giovanile estremamente preoccupanti: il tasso di disoccupazione generale è pari al 7,3%, mentre la percentuale dei Neet – Not in Education, Employment or Training è al 29,7%. Tra le province piemontesi, quella con la situazione peggiore è Torino, con 80 mila disoccupati e 412 mila inattivi.
Loredana Polito
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