Dopo la riunione del 1° settembre 2023, si è tenuto il 19 settembre 2023 un secondo incontro a Roma tra i sindacati e la società Rete Ferroviaria Italiana – Rfi, dopo la strage di Brandizzo (Torino) del 30 agosto 2023, in cui sono morti cinque operai edili: Giuseppe Aversa, Kevin Laganà, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Sorvillo e Michael Zanera).
All’incontro con le delegazioni sindacali dei Trasporti e degli Edili ha partecipato anche il Segretario Generale FenealUil Piemonte, Giuseppe Manta.
«Come da noi sollecitato – dichiara Giuseppe Manta – Rfi ha ribadito l’impegno a rivedere il protocollo sulle lavorazioni in ferrovia. Chiediamo che vengano verificati i requisiti delle imprese subappaltatrici dal punto di vista della sicurezza, retributivo e contributivo. Come Fenealuil vogliamo che nel protocollo nazionale venga inserita una nuova procedura per i lavori sulle linee ferroviarie che metta al primo posto la sicurezza sul lavoro, preveda una verifica delle retribuzioni e contribuzioni delle ditte subappaltatrici e favorisca le imprese che non hanno avuto incidenti e infortuni».
«Intanto – aggiunge Manta – giovedì insieme alle altre sigle sindacali incontreremo a Vercelli i lavoratori dell’azienda Sigifer SpA di Borgo d’Ale (per la quale lavoravano le 5 vittime di Brandizzo, ndr) ora in cassa integrazione, per cominciare un percorso per distaccarli presso la CLF SpA, in modo che possano continuare a lavorare e abbiano una retribuzione garantita, dato che alla Sigifer sono state sospese le autorizzazioni per lavorare sulle linee ferroviarie».
«Serve un cambio di passo per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici che operano sulle nostre ferrovie – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – e auspichiamo che Rfi e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti accolgono le istanze dei sindacati, che chiedono maggiori tutele e una stretta sulla diffusione dei subappalti e delle norme che li regolano. Non si può viaggiare ad alta velocità e lavorare ancora con procedure obsolete, che mettono a rischio la vita di lavoratori e lavoratrici e la sicurezza delle nostre linee ferroviarie».
Felicia Bello
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