L’aula magna «Giovanni Agnelli» del Politecnico di Torino ha ospitato il 23 ottobre 2023 il primo evento pubblico del percorso formativo «Una rete per la prevenzione», promosso dal Comitato permanente Salute e sicurezza sul lavoro della Prefettura di Torino, presieduto dal prefetto Donato Cafagna e coordinato da Michele Garufi, di cui fa parte anche Sicurezza e Lavoro.
Ha aperto l’incontro – moderato dal direttore dello Spresal Asl Città di Torino, Pier Luigi Pavanelli – il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, che ha sottolineato come la Regione voglia avere una ruolo di primo piano su un tema di grandissima attualità quale è la salute e sicurezza e sul lavoro – ha detto, ricordando la strage di Brandizzo dello scorso 30 agosto.
«Il problema però c’è tutti i giorni – ha dichiarato il presidente della Regione – e in tutti i settori. Per questo, occorre dare attuazione ai Protocollo che abbiamo sottoscritto con la Prefettura. C’è la volontà di garantire salute e sicurezza non soltanto con la forma, ma con la sostanza».
«Servono però pure i controlli – ha aggiunto – anche in un’ottica preventiva. E servono, oltre ai tavoli operativi della Regione, iniziative come questo convegno delle Prefettura, che rendono concreta la sicurezza: devono diventare la regola».
L’assessora alla Sicurezza del Comune di Torino Gianna Pentenero ha ringraziato sindacati, associazioni datoriali ed enti che compongono il Comitato prefettizio: «La continuità delle iniziative – ha affermato – è un segnale dell’attenzione che viene data al tema. Servono maggiore formazione e informazione, anche in vista dei tanti cantieri del Pnrr». «L’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale, in questo senso, possono essere utili per affrontare i nuovi appalti» – ha concluso.
«Le tecnologie sono sempre più importanti – ha ribadito il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco – per rendere luoghi e apparecchiature attivi nel campo della sicurezza. Le tecnologie rivoluzioneranno la sicurezza sul lavoro e anche la normativa». «I sensori e l’intelligenza artificiale – ha spiegato – possono rendere i luoghi di lavoro più sicuri, ma anche migliorare la logistica e il benessere di lavoratori e lavoratrici».
«È importante essere in tanti a parlare di queste tematiche» – ha dichiarato il prefetto di Torino, Donato Cafagna, definendo «uno scandalo che ci siano ancora così tante persone che non tornano a casa dopo il lavoro oppure subiscono incidenti invalidanti», parafrasando le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «I dati – ha dichiarato – sono preoccupanti». Nel 2022 ci sono stati 29.884 infortuni sul lavoro in provincia di Torino (54.407 nel Piemonte), con 42 vittime nel Torinese (97 in Piemonte). In edilizia, nel 2022 si sono verificati 1.081 infortuni in provincia di Torino (2.499 in Piemonte) con 9 morti (20 nella regione) e nei primi 8 mesi del 2023, gli infortuni risultano stabili: erano 639 fino al 31 agosto 2022; sono 631 al 31 agosto 2023.
«Dobbiamo rispetto e vicinanza alle famiglia – ha ribadito – e occorrono grande solidarietà e grande impegno di tutte e tutti per fermare questa scia di sofferenze e di lutti».
«Bisogna partire dalla conoscenza dei problemi – ha precisato – e dal ruolo che svolgono i sindacati nel monitorare l’attuazione della normativa e nel formare rls e rlst. Importante anche il ruolo degli ordini professionali, che tecnicamente gestiscono le problematiche della sicurezza». «Lavoratori e lavoratrici devono avere una cultura della sicurezza – ha detto il prefetto – e bisogna spingere sulla loro formazione. Così come vanno sostenuti gli organi di controllo, le Forse dell’ordine e i Vigili del fuoco».
«Il diritto al lavoro è sancito dalla Costituzione, ma va connesso al diritto alla salute e al diritto a un ambiente sano. Non basta un approccio burocratico alla sicurezza sul lavoro. Bisogna fare un salto di qualità – ha rimarcato – e avere un approccio concreto, all’interno del processo produttivo, nella consapevolezza che la sicurezza non è un costo».
«La sicurezza deve essere concreta – ha concluso – e deve sapersi adattare a un contesto in cui le aziende sono sempre più frammentate. Sindacati, associazioni ed ente bilaterale in edilizia possono svolgere un ruolo fondamentale per la cultura della sicurezza, per essere sempre più vicini a lavoratori e lavoratrici».
Si è quindi tenuta una lectio magistralis su sicurezza sul lavoro e contratti pubblici, a cura di Luca Geninatti Satè, docente ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico per abilitazione scientifica nazionale dell’Università del Piemonte Orientale.
Il suo intervento si è articolato in due parti: una dedicata al Dl.Lgs. 81/2007, l’altra al D.Lgs. 36/2023.
La conoscenza puntuale delle norme è fondamentale – ha spiegato Geninatti Satè – ma serve una cornice concettuale per trarre indicazioni operative che superino un approccio meramente burocratico».
Il professore si è quindi soffermato sul ruolo del datore di lavoro, da individuare nella figura di chi ha «autonomi poteri decisionali e di spesa», sulle sue responsabilità (anche per omissione) e sulla delega di funzioni, che non esclude però l’obbligo di vigilanza. Non può essere delegata – ha precisato – a valutazione dei rischi, che va trasfusa nel Dvr e, per eliminare o ridurre al minimo i rischi da interferenze, nel Duvri, documenti ‘dinamici’ che devono sempre essere aggiornati.
Nei singoli contratti di subappalto, appalto e somministrazione – ha ricordato – vanno indicati i costi della sicurezza, pena la nullità del contratto ex articolo 1418 del codice civile.
Si è quindi ragionato sui compiti e sulla ‘posizione di garanzia’ del Rup (Responsabile Unico del Procedimento) in materia di sicurezza e sulle cause di esclusione dalle procedure a evidenza pubblica per chi ha subito condanne e ha effettuato gravi violazioni in materia di sicurezza. La stazione appaltante – ha spiegato Geninatti Satè – deve anche verificare la presenza di un’eventuale sospensione a contrarre con la Pubblica Amministrazione e l’adeguatezza delle eventuali misure di ‘self cleaning‘ adottate dall’impresa.
Michele Garufi, coordinatore del Comitato permanente Salute e sicurezza della Prefettura di Torino, ha quindi ripercorso la genesi del Protocollo d’intesa per la sicurezza e regolarità nei cantieri edili nel Torinese siglato il 4 febbraio 2010, attualizzato il 4 aprile 2022, e ha illustrato le attività del Comitato provinciale permanente di studio e coordinamento in materia di sicurezza sul lavoro, articolato in otto gruppi tematici.
Ha evidenziato la necessità di agire tutti insieme, coralmente, facendo rete, per promuovere la salute e la sicurezza sul lavoro, anche coinvolgendo la società civile, comprese le istituzioni scolastiche.
Garufi ha poi presentato il progetto formativo Una rete per la prevenzione, iniziato con il convegno al Politecnico e che proseguirà con focus group su casi specifici, «per creare un ambiente interattivo e partecipativo e instaurare un confronto tra pubblico e privato, tra imprese e stazioni appaltanti».
Sarà anche costituita una Cabina di regia che coordinerà il lavoro e verrà predisposto un documento che utilizzeranno i tutor dei vari gruppi di lavoro.
È poi previsto un evento finale – ha annunciato Garufi – il 20 maggio 2024 alla Cavallerizza Reale di Torino con una tavola rotonda in cui verranno condivisi i risultati raggiunti e promosse le buone pratiche individuate.
«Il Comitato permanente su salute e sicurezza della Prefettura – ha ricordato il coordinatore Michele Garufi – è a disposizione di tutti gli enti per favorire il confronto e la collaborazione nei vari settori, per tessere reti e condividere una visione in cui il valore della vita umana venga sempre messo al primo posto».
«Dobbiamo lavorare tutti insieme – ha concluso il direttore dello Spresal Asl Città di Torino, Pier Luigi Pavanelli – per promuovere la cultura della prevenzione e della legalità e individuare buone prassi da condividere».
Massimiliano Quirico
Direttore Sicurezza e Lavoro
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