Morti sul lavoro, Sanremo poteva osare di più

«La vita è propria bastarda»… «E l’operaio muore come in guerra»…

Le morti sul lavoro arrivano al Festival di Sanremo con Paolo Jannacci e Stefano Massini che cantano «L’uomo nel lampo» nella terza serata della sessantaquattresima edizione della kermesse canora, l’8 febbraio 2024.

Toccante, ma si poteva osare un po’ di più come denuncia…

La canzone racconta di un padre che non c’è più e non ha potuto veder crescere suo figlio Michè. Una storia commovente, triste, simile a quella di tante vittime sul lavoro. Scritta con passione, come tante volte ci ha abituato il drammaturgo Stefano Massini.

Non si può non pensare alle fiamme delle Acciaierie ThyssenKrupp di Torino, che hanno strappato sette operai all’affetto dei propri cari. Non c’è però alcun accenno alle responsabilità della morte del lavoratore. Una fatalità? Una casualità? O, piuttosto, come nella maggior parte dei casi, colpa di chi non ha investito in sicurezza, non ha formato adeguatamente lavoratori e lavoratrici, non ha organizzato e gestito correttamente il lavoro?

Le morti sul lavoro non sono morti ‘bianche’, non sono morti innocenti: ci sono sempre responsabilità ben precise.

Almeno nel dialogo con Amadeus dopo l’esibizione si poteva dire qualcosa di più, oltre al generico richiamo alla dignità del lavoro.

E poi, mentre Stefano Massini appariva commosso nell’affrontare una tematica così difficile e dolorosa, non si può proprio vedere Paolo Jannacci saltare, esultare e ridere come avesse vinto il Festival, al termine della canzone. Assolutamente fuori luogo. Ha avuto il suo momento di gloria nazional-popolare, di fronte a milioni di telespettatori, ma le persone che muoiono o si infortunano sul lavoro meritano maggior considerazione: dovevano essere loro le protagoniste, non lui. Speriamo ci rifletta. E magari chieda scusa.

Forse sarebbe stato meglio invitare sul palco anche un familiare di una vittima del lavoro. Far capire cosa vuol dire per una madre, un padre, una moglie, un marito, un fratello o una sorella perdere chi si ama per colpa del profitto, della negligenza, a volte del dolo.

Forse però era troppo per un Festival della musica globale, troppo ‘pesante’ per una prima serata. Un’occasione persa.

Massimiliano Quirico
Direttore Sicurezza e Lavoro

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