Processo gru via Genova, rinviati a giudizio i cinque imputati

Continua il processo per il crollo della gru di via Genova a Torino del 18 dicembre 2021, in cui sono morti tre operai: Filippo FaloticoRoberto Peretto e Marco Pozzetti.

Nell’udienza preliminare al Tribunale di Torino del 28 febbraio 2024, presieduta dal giudice Alfredo Toppino, i familiari delle tre vittime hanno revocato la costituzione di parte civile per intervenuto risarcimento del danno da parte degli imputati.

Rimane per ora costituito come parte civile Pier Luigi Erre, la persona colpita dalla gru mentre era in auto, presente in aula. Si è miracolosamente salvato, ma nei suoi confronti sinora non sono mai state formalizzate ipotesi transattive per risarcirlo – ha detto in aula il suo avvocato, Massimo Davi. Presto però potrebbe essere formulata un’offerta transattiva anche nei suoi confronti.

Rimangono costituiti come parte civile l’associazione Sicurezza e Lavoro, i sindacati edili Fenealuil e Fillea e il Comune di Torino. Nell’udienza del 28 febbraio 2024 è stata ammessa come parte civile anche l’Inail, difeso dall’avvocata Luisa Varalda.

Non ci sono state richieste di riti alternativi. È quindi iniziata la discussione, con il pm Giorgio Nicola, che – insieme a tutte le parti civili – ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque imputati.

«Fuoviante – secondo il pm – la tesi del ‘nolo a caldo’ sostenuta dalla difesa di Calabrese». «È la stessa architetta Roberta Iandolino a indicare nel Psc (Piano di Sicurezza e Coordinamento) come esecutrice la ditta Calabrese» – ha ricordato il pubblico ministero. «Calabrese aveva un profilo organizzativo nei confronti del manovratore Mirzad Svraka (anch’egli imputato, ndr)» – ha ribadito.

Il giudice Alfredo Toppino ha quindi disposto il rinvio a giudizio di tutti e cinque gli imputati per l’udienza del 4 dicembre 2024 alle ore 9 in aula 3 innanzi alla Prima sezione penale in composizione monocratica: Enrico CalabreseFederico FiammengoRoberta IandolinoStefano Sprocatti e Mirzad Svraka, tutti accusati di disastro, lesioni personali colpose e omicidio colposo, con l’aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e in cooperazione colposa tra loro.

«Era quasi un atto dovuto – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – data la gravità dei comportamenti degli imputati e la complessità dei temi. Ci aspettiamo una rapida giustizia».

«Siamo contente che ci sia stato il rinvio a giudizio per tutti gli imputati – hanno dichiarato a Sicurezza e Lavoro Roberta Varotti (moglie di Marco Pozzetti) e Clarissa Vetri (compagna di Roberto Peretto) – e saremo in aula per le prossime udienze. Ci sono imputazioni precise che il pm ha già ribadito».

«Ora ci aspettiamo si faccia piena giustizia – afferma Claudio Papa, Fenealuil – e che vengano accertate tutte le responsabilità: è un dovere per tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno si guadagnano il salario nei cantieri edili, a volte a rischio della propria vita».

«Il rinvio a giudizio è un’ottima notizia – ha detto a Sicurezza e Lavoro Daniela Rombi, del Coordinamento 12 ottobre, presente davanti al Tribunale con un presidio – ma ora inizia un lungo calvario per la giustizia per i familiari delle vittime. Noi saremo al loro fianco e parteciperemo anche alla prossima udienza per perseguire la giustizia, a ogni costo, e soprattutto per prevenire gli infortuni sul lavoro».
Massimiliano Quirico
Direttore Sicurezza e Lavoro

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