Transizione ecologica, contrattazione, sicurezza sul lavoro e giusta retribuzione.
Sono le tematiche sulle quali i sindacati edili Fenealuil e Fillea Cgil hanno aperto un confronto con i giovani, con gli imprenditori e con la politica, in occasione dell’evento organizzato il 5 aprile 2024 allo Sporting Dora di Torino, al quale hanno partecipato oltre 250 persone.
L’iniziativa è stata realizzata dalle due organizzazioni sindacali piemontesi, a un anno dalla manifestazione nazionale «Fai la cosa buona» promossa per chiedere il ripristino dei bonus e maggiore sicurezza nell’edilizia. Anche in questo caso, ha partecipato ai lavori l’associazione Sicurezza e Lavoro.
«L’edilizia sostenibile – ha affermato Giuseppe Manta, segretario generale Fenealuil Piemonte – può essere un potente motore economico e servire a riqualificare, anche dal punto di vista sociale, le periferie delle nostre città. Può creare molti posti di lavoro e aiutarci a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, favorendo il risparmio di energia e la riduzione di emissioni di anidride carbonica».
«Serve però – ha spiegato – una maggiore attenzione agli aspetti relativi alla sicurezza sul lavoro e alla legalità, che non possono essere barattate in cambio della promessa di maggiori investimenti sul settore».
«La transizione ecologica – con bonus mirati e un’attenzione particolare alle case popolari e alle periferie – può essere una grande occasione di sviluppo, non soltanto per il settore delle costruzioni, ma per tutto il Paese» – ha dichiarato Massimo Cogliandro, segretario generale Torino e Piemonte Fillea.
«È necessario però – ha aggiunto – promuovere il lavoro buono, ben pagato e in sicurezza, che ti permette di tornare a casa vivo. Spesso, infatti, nei cantieri si viene pagati poco, con retribuzioni non proporzionate ai costi della vita, e si rischia la propria incolumità».
Nel dibattito, Carlo Fornaca, coordinatore di Ance Piemonte e Valle d’Aosta, ha lamentato le continue modifiche alla normativa sui bonus edilizi, che rendono difficile lavorare, e ha dichiarato che «è sbagliatissimo non dare più incentivi, soprattutto in un territorio inquinato come il nostro».
«Il superbonus è stato una misura coraggiosa, nata dopo la pandemia per dare impulso all’economia – ha spiegato l’onorevole Antonino Iaria (M5S) – e ha creato effetti positivi, permettendo anche alle persone meno abbienti di affrontare i costi dell’efficientamento energetico». «Sono stati fatti errori – ha ammesso – ma, con gli opportuni correttivi, dovrebbe diventare una misura strutturale per incentivare l’edilizia green: è questa la nostra proposta».
Anche per il deputato della Lega Alessandro Benvenuto «il superbonus ha offerto grandi opportunità, ma ne hanno usufruito in pochi. Ora come Governo – ha affermato – il nostro impegno è quello di fornire regole chiare per le case green».
«La transizione energetica può essere una grande opportunità di sviluppo se il pubblico, e non la finanza, sarà protagonista – ha sostenuto la senatrice Anna Rossomando (PD)». «L’intervento pubblico con incentivi e politiche fiscali – ha detto – è fondamentale per guidare il settore e sostenere cittadini, imprese e lavoratori».
Per Edoardo Di Stefano del movimento Fridays For Future Torino «è cruciale il confronto con i sindacati e intensificare gli sforzi per affrontare la crisi climatica». «Sarebbe opportuno rinunciare a grandi opere come il ponte sullo Stretto di Messina – ha affermato – e investire nella riqualificazione degli immobili e cambiare il modo in cui vengono costruite le città, anche con interventi e bonus duraturi».
«È fondamentale una corretta progettazione degli edifici, pure dal punto di vista sociale, soprattutto nelle periferie, che tenga conto delle nuove tecnologie di costruzione e di lavorazione, anche per tutelare la sicurezza degli operai» – ha ribadito Andrea Cavallari, vicepresidente nazionale di Ance Giovani. «Serve un ragionamento che coinvolga tutta la filiera – ha sostenuto – e che tenga conto degli aspetti strutturali e idrogeologici, anche valutando la demolizione e la ricostruzione delle case e di interi quartieri, per ridare loro valore sociale».
Per Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte, «occorre una seria programmazione, per una ristrutturazione permanente del nostro territorio e per recuperare gli spazi inutilizzati». «Serve un ‘Patto per il clima’ – ha proposto – con regole non emergenziali, ma che valgano per un lungo periodo, per riqualificare, ben retribuire e lavorare in sicurezza».
«Il superbonus ha dato una ‘scossa’ all’economia – ha dichiarato Gianni Cortese, segretario generale Uil Piemonte – ma ha coinvolto pochissimi alloggi». «Ora – ha spiegato – bisogna impostare un Piano che duri nel tempo, che tenga conto delle condizioni reddituali e punti a riqualificare gli alloggi di edilizia popolare residenziale, le scuole, gli ospedali e le periferie, per rendere le nostre città più vivibili e smart».
Secondo Antonio Di Franco, segretario nazionale Fillea Cgil, «la transizione ecologica passa necessariamente dell’edilizia». «Bisogna però intervenire sulla qualificazione delle imprese – ha affermato – e avere una visione d’insieme dei bonus, con una politica industriale complessiva su un settore fondamentale come l’edilizia, che negli ultimi tre anni ha creato 200 mila posti di lavoro».
«Servono un maggiore confronto tra Governo, sindacati e imprenditori – ha rimarcato Stefano Costa, segretario nazionale Fenealuil – e Tavoli seri per arginare dumping contrattuale e lavoro povero e tutelare la salute e sicurezza di lavoratori e lavoratrici, coinvolgendo le organizzazioni sindacali più rappresentative». «Chi governa il Paese – ha affermato – deve prendersi la responsabilità di confrontarsi con cittadini e cittadine e programmare interventi di crescita e sviluppo, che vadano al di là dell’emergenza e di obiettivi politici ed economici di breve respiro». «Bisogna incentivare le imprese, soprattutto le più piccole, a strutturarsi – ha concluso – e bloccare i subappalti a cascata, per ridurre infortuni e malattie professionali in edilizia».
Massimiliano Quirico
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