Dopo l’esplosione di una turbina nella centrale Enel di Bargi (Bologna), che ha causato il crollo di un soffitto e un incendio e ha provocato la morte di sette operai, arriva la notizia di un’altra possibile strage sul lavoro.
Nella notte del 13 aprile 2024 è infatti crollata una torre di raffreddamento nella centrale Blue Power srl (ex C&T spa) di Cippato di Airasca (Torino).
Si tratta di una centrale a biomasse da 13,5 MWe della rete Ebs che smaltisce 140 mila tonnellate all’anno di scarti legnosi per produrre energia rinnovabile e occupa circa 25 persone, oltre all’indotto.
Sull’incidente le tre sigle confederali di categoria – Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil – hanno inviato una nota congiunta in cui confermano che non sono stati coinvolti lavoratori nel crollo e che «la società Blue Power, proprietaria dell’impianto, da parecchi anni lamenta problemi economici con ritardi nei pagamenti dei fornitori e degli stipendi. Questo fa presupporre la difficoltà nel sostenere la manutenzione ordinaria necessaria al corretto funzionamento dell’impianto e, conseguentemente, la sicurezza dei lavoratori».
«Ancora una volta le mancate condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – rischiano di fare una strage tra lavoratori o persone che gravitano intorno ai luoghi di produzione».
«Per pura fatalità – afferma Quirico – nella centrale di Airasca non contiamo altre vittime, ma la situazione degli stabilimenti italiani richiede maggiori interventi e più controlli, anche attraverso i Piani Mirati di Prevenzione, che richiedono però ulteriori risorse: non si può accettare che soltanto il 5% delle imprese venga controllato».
Felicia Bello
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