Ancora sangue sui binari italiani. Ancora in Piemonte. Ancora in una ditta che lavorava per conto di Rfi – Rete Ferroviaria Italiana.
Un dipendente della ditta Quadrio Costruzioni spa di Sondrio (che lavorava in sub-appalto dall’impresa Luigi Notari spa di Milano), il geometra Carlo Maletta, di 56 anni, è morto il 2 luglio 2024 a Meina (Novara) mentre operava sulla linea Milano Porta Garibaldi – Domodossola, travolto da un mezzo che operava sui binari.
«A un anno dalla strage ferroviaria di Brandizzo (Torino) costata la vita a cinque operai edili il 30 agosto 2023 – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – piangiamo l’ennesimo morto sulle ferrovie italiane, mentre effettuava lavori di manutenzione. Anche in questo caso in sub-appalto, per Rfi. Ci auguriamo che venga fatta presto piena chiarezza sull’accaduto».
«Intanto – conclude Quirico – chiediamo di accelerare l’iter giudiziario per la strage di Brandizzo, per il quale ad oggi non c’è stato ancora alcun rinvio a giudizio, e che Rfi si decida, senza più tergiversare, ad attivare rapidamente il Protocollo specifico sui lavori di manutenzione ferroviaria, chiesto insistentemente dai sindacati edili».
«È inaccettabile continuare a morire per mantenere in efficienza le reti ferroviarie italiane» – afferma Vito Panzarella, segretario generale nazionale FenealUil.
«Siamo vicini alla famiglia del lavoratore coinvolto – dichiara – ma cogliamo questa triste occasione per ricordare a Rfi di fare la sua parte e attivare il Protocollo specifico sulle manutenzioni ferroviarie, come richiesto unitariamente dai sindacati delle costruzioni all’indomani della strage di Brandizzo (Torino) del 30 agosto 2023 in cui sono morti cinque operai edili».
«Continuiamo a chiedere un’accelerazione a un anno dalla strage. E anche oggi lo abbiamo fatto nel corso di un convegno organizzato da Anceferr al Cnel a Roma proprio sulla sicurezza nei cantieri ferroviari. Non possiamo più attendere – prosegue Panzarella – né piangere altri morti».
Il segretario generale Feneal Piemonte, Giuseppe Manta, aggiunge: «Il Piemonte continua a pagare un tributo altissimo alla manutenzione delle linee ferroviarie, che non è più tollerabile. Oltre a procedure più chiare e dettagliate per chi opera sui binari, chiediamo controlli più rigorosi, una formazione maggiore del personale e, soprattutto, di fermare la catena di appalti e subappalti, riportando in house le lavorazioni».
Anche Cgil, Fillea e Filt di Novara e Vco si stringono alla famiglia del lavoratore morto nel cantiere di Rfi: «Un anno dopo la tragedia di Brandizzo – scrivono in una nota – ci troviamo nuovamente a piangere per una morte su un binario. Rimanendo in attesa di avere maggiori informazioni rispetto a quanto accaduto, trasformiamo il dolore in quell’impegno quotidiano che esercitiamo attraverso manifestazioni, scioperi e nella recente campagna referendaria: perché di lavoro non si può morire!».
«Non è una società civile – continuano – quella in cui continuiamo a registrare morti, infortuni e malattie professionali: occorre che lo sdegno che animerà quanti verranno a conoscenza dell’accaduto venga trasformato in senso di responsabilità da parte di tutti – lavoratori, imprese e Istituzioni – per il rispetto delle norme volto a impedire quelle che impropriamente vengono chiamate ‘morti bianche’».
Per Carlo Rivellino, segretario Filca Cisl del Piemonte Orientale, «è una tragedia che ci fa star male: non può continuare questa strage quotidiana sui cantieri. Servono più prevenzione e formazione e, soprattutto, deve migliorare l’organizzazione del lavoro, per evitare che si sovrappongano lavorazioni differenti per rispettare i tempi, sempre più stringenti».
«È inaccettabile parlare di fatalità di fronte a una ormai quotidiana strage sul lavoro. Le ‘morti bianche’ sono una piaga intollerabile», per Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl – Unione Generale del Lavoro, e Massimiliano Rossato, segretario regionale Ugl Piemonte, in merito alla tragedia. «Ribadiamo alle Istituzioni locali e nazionali la richiesta di un rafforzamento dei controlli ispettivi e – concludono – occorre, al contempo, investire su adeguati programmi di formazione e addestramento a partire dalla scuola dell’obbligo, al fine di garantire maggiore sicurezza sui posti di lavoro e prevenire ulteriori tragedie».
Loredana Polito
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