Grande caldo, è necessaria una normativa nazionale per tutelare lavoratori e lavoratrici

Le ondate di grande caldo che in queste settimane, come prevedibile, stanno colpendo l’Italia, hanno spinto alcune Regioni italiane a prendere provvedimenti per tutelare la salute di chi lavora all’aperto.

Lo scorso 2 agosto 2024 hanno varato un testo per attuare misure di prevenzione sia la Liguria (ordinanza regionale 1-2024) che il Piemonte (ordinanza regionale 1-2024).

Entrambi i documenti riguardano i settori dell’agricoltura e del florovivaismo e i cantieri edili e affini e saranno in vigore fino al prossimo 31 agosto 2024.

La normativa intende tutelare la salute di lavoratrici e lavoratori subordinati e autonomi, nonché dei soggetti ad essi equiparati, dei settori agricolo e florovivaistico e dei cantieri edili e affini che svolgono attività classificabili come ‘fisica intensa’ o altre equiparabili e si trovano in condizioni di prolungata esposizione diretta ai raggi solari in giornate particolarmente calde e dove non sia possibile introdurre misure di riduzione del rischio.

Le raccomandazioni diffuse dal Ministero della Salute e dall’Inail ricordano infatti il rischio e la necessità di prevenire le patologie derivanti dall’esposizione a elevate temperature ambientali, nei momenti della giornata – dalle ore 12.30 alle 16 – caratterizzati da un notevole innalzamento della temperatura. Per questo motivo la Regione Piemonte ha stabilito l’astensione dal lavoro in tali orari, nelle giornate in cui la mappa del rischio messa a disposizione dall’Inail attraverso la piattaforma Worklimate, riferita ai lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa, alle ore 12 segnala un livello di rischio alto.

«Finalmente anche il Piemonte, così come la Liguria, ha una normativa per regolamentare il lavoro durante le ore più calde: un impegno concreto per tutelare la salute di lavoratori e lavoratrici che operano all’aperto» – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro.

«Seppur tardivo, è un ottimo segnale – aggiunge Quirico – ma sono necessari anche interventi di sensibilizzazione, sia nelle confronti delle imprese che dei datori di lavoro, e controlli nei campi, nelle serre e nei cantieri edili affinché le regole vengano davvero applicate».

«Serve però – conclude il direttore di Sicurezza e Lavoro – un intervento legislativo a livello nazionale: non si può ogni anno aspettare la fine di luglio o addirittura l’inizio di agosto affinché le Regioni di buona volontà varino un’ordinanza ad hoc, peraltro ognuna con peculiarità differenti. Le regole devono essere uguali per tutto il territorio nazionale: i 40 gradi in un vigneto del Cuneese non sono differenti dai 40 gradi in un cantiere stradale della Basilicata, eppure non tutti i lavoratori e lavoratrici hanno le stesse tutele».

«Per la prima volta in Piemonte – dichiara il segretario generale FenealUil Piemonte, Giuseppe Manta – un’ordinanza regionale si occupa del problema del caldo eccessivo e dell’esposizione ai raggi solari sul lavoro».

«Era un intervento assolutamente necessario – spiega – viste anche le alte temperature di questi giorni, ma ci auguriamo che il prossimo anno la questione venga esaminata già nei mesi precedenti all’estate, insieme ai sindacati di categoria, per poter affrontare tutte le problematiche relative ai settori interessati, per andare incontro sia alle esigenze di lavoratori e lavoratrici che a quelle delle imprese».

«È necessario però un confronto – afferma Manta – per ragionare su nuovi turni di lavoro, che inizino al mattino presto, e su una ‘banca ore’ per compensare le ore di ‘fermo’ senza dover ricorrere alla cassa integrazione».

«Bisogna tener conto – precisa il sindacalista della FenealUil – che nel settore edile spesso le imprese e i lavoratori lavorano in cantieri distanti anche oltre 100 km da casa e il fermo per il caldo aiuta a tutelare la salute, ma, per effettuare le otto ore lavorative, obbliga a stare fuori di casa anche 14 ore, perché è impensabile che lavoratori e lavoratrici tornino a casa per il fermo e poi ritornino in cantiere alle 16.00».

«L’ordinanza regionale – conclude – è un fatto positivo, ma il tema va approfondito in sede sindacale in tutte le sue sfaccettature».

Anche la Filca Cisl ha espresso il suo apprezzamento.

«Prendiamo atto con soddisfazione dell’ordinanza della Regione Piemonte che ha come obiettivo quello di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori dell’edilizia» – dichiara Mario De Lellis, segretario generale Filca Cisl Torino.

«Come noto – dichiara – i cantieri restano purtroppo tra i luoghi di lavoro più a rischio, con una media nazionale di una vittima ogni due giorni e con decine di migliaia di incidenti ogni anno, molto dei quali provocano lesioni permanenti ai lavoratori. Il gran caldo non fa che aumentare questi rischi e interrompere le attività nelle ore critiche è sicuramente una scelta saggia e condivisibile, dettata dal buonsenso».

«La Filca a tutti i livelli – ricorda De Lellis – già nei mesi scorsi aveva ricordato la possibilità di interrompere le attività nei cantieri, come previsto dall’Inps, e aveva chiesto alle Istituzioni competenti di prevedere misure per evitare ulteriori rischi per i lavoratori e le lavoratrici, in vista del caldo in arrivo nei mesi estivi. Quindi ben venga l’ordinanza della Regione, anche se restano dubbi su tutta una serie di tipologie di cantieri che restano esclusi dall’ambito di applicazione, come quelli che hanno carattere di urgenza per pubblica utilità».

«In ogni caso – spiega il segretario della Filca di Torino – sarà importante il coinvolgimento di tutti i protagonisti del settore per fare in modo che l’ordinanza sia applicata e che sortisca gli effetti sperati. Il sindacato, attraverso anche il sistema bilaterale, continua a essere in prima linea per monitorare il lavoro nei cantieri e per continuare a garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici: la priorità dell’azione sindacale della Filca». «Non c’è opera – conclude – che valga una vita umana».

Hanno emanato un’ordinanza sul caldo le seguenti Regioni: Campania, Sicilia, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Molise, Calabria, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte.

Loredana Polito

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