In Italia, l’età media delle poliziotte e dei poliziotti è prossima ai 50 anni. Non si possono richiedere sforzi ulteriori: occorre una previdenza giusta e dignitosa, adeguata alla specificità della professione, una professione che é fatica psicologica e fisica ed è considerata tra le più stressanti in assoluto.
Anche per garantire un lavoro dignitoso e un futuro previdenziale ai giovani, è necessario innanzitutto bloccare l’innalzamento illimitato dei requisiti per andare in pensione, superare la disparità di genere e riconoscere il lavoro di cura, garantendo allo stesso tempo una maggiore libertà di scelta a lavoratori e lavoratrici su quando andare in pensione. E ancora, va favorito l’accesso alla previdenza integrativa e garantita un’effettiva rivalutazione delle pensioni.
Richieste che vanno di pari passo con la necessità di modificare la legge di bilancio, per sostenere lo sviluppo e l’occupazione, estendere gli ammortizzatori sociali e rinnovare i contratti pubblici.
Siamo convinti della necessità di ripristinare un sistema previdenziale giusto, equo e sostenibile non solo economicamente, ma anche socialmente. Deve quindi essere avviata una previdenza complementare, soprattutto per le giovani poliziotte e per i giovani poliziotti, la cui prospettiva di pensione, sia sotto il profilo dei tempi che quello economico, sarà estremamente penalizzante.
Serve però intervenire sulla legge di bilancio, fatta di bonus e senza investimenti pubblici e interventi strutturali in grado di ridurre la disoccupazione e il precariato e far crescere il reddito delle lavoratrici, dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati. Dobbiamo sostenere il welfare, a partire da un adeguato finanziamento per la sanità pubblica, per il contrasto alla povertà, per sostenere la non autosufficienza.
La distanza tra le richieste del Sindacato e quanto il Governo ha proposto è ancora enorme. Ci auguriamo interventi più incisivi e una maggiore attenzione per una tutela di lavoratrici e lavoratori di polizia che sia attenta a ogni aspetto della nostra esistenza, delle nostre famiglie, del Paese.
Nicola Rossiello
Resp. Naz. Sicurezza sul lavoro Silp