A Seoul (Corea del Sud) è stata assegnata a Fernanda Giannasi la sesta edizione del Rachel Lee Jung-Lim Award, promosso da Asian Citizen’s Center for Environment and Health, School of Public Health – Seoul National University, Ban Asbestos Network Korea, Busan committee for ban asbestos, Asian Ban Asbestos Network, Ban Asbestos Network Japan, Occupational & Environmental Health Network of India, Asia Monitor Resource Center, International Ban Asbestos Secretariat.
[amazon_link asins=’B01C493A1K,B005KOMUQS,8865374659,8899932131,8863104999,8863102880,8851302545,B01M0SWYJ5,B0721K4H9X’ template=’ProductCarousel’ store=’siclavoro-21′ marketplace=’IT’ link_id=’b77054e1-f6c2-11e7-ac84-9f072e39e122′]Il premio – conferitole per il coraggio e l’impegno nella lotta all’amianto in Brasile e nel resto del mondo – è dedicato alla memoria di Rachel Lee Jung-Lim, lavoratrice in una fabbrica di amianto della Corea del Sud, morta il 21 dicembre 2011, a causa di un mesotelioma, tumore causato dall’esposizione alle fibre di amianto, contratto a soli 39 anni.
Rachel aveva dedicato la propria esistenza alla lotta all’asbesto – che le aveva “rubato la vita” – partecipando a eventi e manifestazioni in Corea, Giappone, Canada, India e Indonesia per chiedere la messa al bando mondiale dell’amianto. Impegno che la accomuna all’ispettrice del lavoro Fernanda Giannasi, da anni attiva nella medesima battaglia, condivisa con attivisti e associazioni di tutto il mondo, comprese quelle italiane, tra cui l’Afeva – Associazione Famigliari Vittime Amianto di Casale Monferrato (AL) e Sicurezza e Lavoro.
“Un riconoscimento significativo – ha dichiarato Fernanda Giannasi – dato che l’Asia è il continente in cui oggi l’amianto è più utilizzato e rappresenta un importante cliente per il Brasile”.
“Molto emozionata e onorata – ha detto – condivido questo riconoscimento con gli attivisti anti-amianto in Brasile, le vittime e le loro famiglie, orgogliosa che il nostro lavoro, che va avanti da oltre trent’anni, possa aiutare altre persone che sono esposte a questa fibra cancerosa”.
Loredana Polito