Processo ThyssenKrupp

Sette vittime rogo acciaieria

THYSSENKRUPP, LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE

Sicurezza e Lavoro a Roma per il verdetto
La sentenza prevista per giovedì 24 aprile 2014

 

Sicurezza e Lavoro sarà a Roma giovedì 24 aprile 2014, per il verdetto della Cassazione sulla tragedia ThyssenKrupp del 6 dicembre 2007, in cui morirono bruciati sette operai: Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone e Roberto Scola.

Nel 2007 il rogo all’acciaieria torinese – dichiara Massimiliano Quirico, direttore della rivista Sicurezza e Lavoro – è stato un vero trauma per l’Italia, uno shock che ha riportato alla ribalta il tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Poi, lentamente, con il passare degli anni, l’argomento infortuni e malattie professionali sembra passato di moda e riscuote sempre meno interesse, complici anche una crisi economica infinita e percentuali di disoccupazione da record. Non possiamo però lasciare soli i familiari delle vittime e chi si ammala a causa del lavoro, né delegare loro il gravoso compito di monitorare, denunciare e – soprattutto – prevenire infortuni e morti sul lavoro. In questo senso, oltre al coinvolgimento di imprenditori e associazioni datoriali, il ruolo di Istituzioni e Sindacati è fondamentale. Se la legislazione italiana in materia è tra le più avanzate al mondo, manca infatti ancora un radicamento culturale. I RLS (rappresentati dei lavoratori per la sicurezza), se adeguatamente formati e supportati, possono svolgere un ruolo centrale all’interno delle aziende, per promuovere un clima diverso e per raggiungere quello che deve essere un obiettivo comune di lavoratori e datori: la tutela e il benessere delle risorse umane. Più salute e sicurezza significano anche più produttività: la collaborazione tra lavoratori, sindacati e imprese è possibile. Sempre che ci siano volontà e buona fede. Il processo ThyssenKrupp in Cassazione, con il grande impatto mediatico causato dal rogo del 6 dicembre 2007, può rappresentare una svolta, anche simbolica. Può servire a fissare un punto fermo, a tracciare una netta linea di demarcazione tra chi fa impresa in maniera responsabile e chi non rispetta regole e diritti, falsando la concorrenza e mettendo a repentaglio l’incolumità di lavoratrici e lavoratori, e deve essere punito”.

Oltre a Sicurezza e Lavoro, a Roma assisteranno all’udienza anche i familiari delle sette vittime. Due gli ex operai che interverranno: l’on. Antonio Boccuzzi, ora componente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, e Pino Morese, presidente dell’associazione Legami d’Acciaio, che in questi giorni ha smentito il coinvolgimento dell’associazione e degli ex operai dell’acciaieria torinese nella redazione e diffusione dei comunicati firmati da presunti “Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino - maipiuthyssenkrupp@hotmail.it” non identificabili.

Arriveranno anche rappresentanti dei sindacati (tra cui una delegazione del Gruppo Tecnico sulla Sicurezza attivo presso la Camera del Lavoro di Torino) e di diverse associazioni, dal Piemonte e dal resto d’Italia (tra cui numerosi componenti dell’Afeva, Associazione familiari e vittime dell’amianto di Casale Monferrato, che attendono ancora la fissazione della data per il processo Eternit in Cassazione).

Il ritrovo è previsto intorno alle ore 8.30 di giovedì 24 aprile in piazza Cavour a Roma. L’accesso al Palazzo di Giustizia sarà possibile dalle ore 9.00/9.15. L’inizio dei lavori della Suprema Corte è fissato per le ore 10.00. È previsto un presidio in piazza Cavour di familiari delle vittime, sindacati e associazioni, che proseguirà sino all’emanazione del verdetto delle Sezioni Riunite della Cassazione, atteso in giornata.

Sicurezza e Lavoro documenterà gli eventi con diretta sui propri canali:

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Scarica il pdf del dispositivo della sentenza d'appello emessa il 28 febbraio 2013 dalla Prima Corte d'Assise di Appello di Torino, presieduta da Gian Giacomo Sandrelli (formato .pdf - circa 1MB), oppure il pdf delle motivazioni della sentenza d'appello, depositate il 27 maggio 2013 (346 pagine - formato .pdf - circa 6MB).

È possibile scaricare qui anche la sentenza di primo grado emessa il 15 aprile 2011 dalla Seconda Corte d'Assise di Torino, presieduta da Maria Iannibelli (formato .pdf - circa 33MB).

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Roma, 23 aprile 2014

 

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